Subito dopo la morte di Giovanni delle Bande Nere (30 novembre 1526), la moglie Maria Salviati, seriamente preoccupata per la situazione che si stava prospettando (e non a torto, dopo pochi mesi avverrà il terribile sacco di Roma), decide di mandare il piccolo Cosimo a Venezia accompagnato dal suo precettore Pier Francesco Riccio.
Cosimo aveva allora 7 anni e trascorrerà nella città lagunare alcuni mesi lontano dalla madre (lei lo raggiungerà nel maggio 1527).
In questo periodo madre e precettore si scambieranno molte lettere, la prima bisognosa di essere messa al corrente di ogni minima cosa che riguardasse il suo Cosimino, il secondo fedele alla promessa, che aveva fatto alla partenza, di informarla su ogni minuzia.
E la sua preoccupazione di madre, come di tutte le madri del mondo, non può trascurare l’alimentazione. Ecco che cosa le scrive il Riccio sull’appetito del futuro granduca di Toscana:
…e se sua s. si faceva pregare costa a mangiare le minestre tanto più si fa pregare adesso che non ne mangi tante et in verità che non si po’ sofferire a dargli tanto mangiare che li basti, mai pare che si satij, la mattina come gli è desto ‘maestro io mi moro di fame’ così a ogni hora….